Storia del Mosaico Romano
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Storia del Mosaico Romano

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La storia

Il mosaico romano nacque come una composizione artistica e figurativa ottenuta mediante frammenti di materiali diversi, dette tessere, per formare immagini o disegni decorativi.

Le tessere del mosaico potevano essere di:

  • Basalto.
  • Travertino.
  • Marmi di diverso colore.
  • Diaspri vari.
  • Pasta vitrea.
  • Conchiglie.

Il mosaico veniva impiegato principalmente per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, ma in seguito venne usato pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, incasellati in una pittura parietale più estesa.

mosaico romano ulisse ritorno da itaca

(Mosaico Romano – Ulisse ritorno da Itaca)

 

Le tessere potevano essere di varia grandezza e profondità, più erano piccole e più il disegno era preciso, specie nei mosaici policromi.

I mosaici creati con le tessere più piccole erano anche i più costosi, questi erano impiegati principalmente nelle residenze di lusso.

I mosaici creati con tessere più grandi li troviamo nei giardini, nei negozi e nelle abitazioni meno lussuose, una decorazione che ad ogni modo non era presente in abitazioni o luoghi dove il ceto era di basso livello che non avrebbe potuto permetterselo.

Il termine mosaico nel sostantivo, in latino chiamato opus musivum, dovrebbe avere un riferimento alle Muse, cioè “opera delle Muse” oppure “rivestimento applicato alle grotte dedicate alle Muse “.

Solitamente gli antichi romani costruivano, nei giardini delle ville, grotte e anfratti dedicati alle Ninfe (ninpheum) o alle Muse (musaeum), decorandone le pareti con sassi e conchiglie.

Musaeum o musivum indica la grotta e opus musaeum o opus musivum indica il tipo di decorazione murale.

I primi mosaici a Roma compaiono verso il III sec.a.c. per impermeabilizzare e abbellire il pavimento di terra battuta. Dapprima si userà il cocciopesto, il mosaico romano diventerà poi indipendente rispetto alla tradizione greca; diffondendosi in tutto l’Impero romano, si preferiscono temi figurativi, ma soprattutto motivi geometrici e vegetazione stilizzata, nei quali i romani eccellono.

A Roma prevarranno i mosaici in bianco e nero, che pavimenteranno le terme, i mercati, i fori e i templi, nonchè le abitazioni private, giungendo a piccoli mosaici davanti la casa che avvertiva del nome della casa o in segno di accoglienza, o del famoso “Cave canem”, “Attenti al cane”, rinvenuto in vari siti campani.

mosaico romano cave canem pompei

(Mosaico Romano – Cave canem a Pompei)

 

I mosaici bicromi bianchi e neri fecero la loro comparsa nella prima metà del II secolo d.C. sia figurati che decorativi.

I mosaici policromi di derivazione ellenistica erano più rari e riportavano originali scene di vita, di caccia, e di vario genere. Le tessere, talvolta di dimensioni minutissime, compongono figurazioni riprese dalla pittura, o decorazioni che richiamano l’architettura.

LA TECNICA

La tecnica del mosaico consiste nell’accostamento, su una superficie, di piccole sezioni di materia, dette tessere; solitamente di forma, grosso modo, cubica e di dimensioni varie.

La superficie su cui andava realizzato il mosaico pavimentale veniva preparata attraverso alcuni procedimenti ben distinti:

  • Prevedere una leggera pendenza al suolo per permettere lo scolo delle acque.
  • Il primo strato (statumen) era composto da un conglomerato di sassi grandi come un pugno.
  • Il secondo strato (rufus) consisteva nella posa di materiali più fini, parti di ghiaia e una di calce.
  • Il terzo strato (nucleus) era costituito da tre parti di cocciopesto e una di calce e aveva uno spessore di circa 12 cm.
  • Alla fine il pavimento veniva livellato e ricoperto con sabbia, calce e polvere di marmo per rendere la superficie più compatta.
  • A questo punto si stendeva il cemento e i mosaicisti posavano sopra le tessere (supranucleus), seguendo il disegno preparatorio approvato dal committente.
mosaico romano tecnica

(Schema di una stratigrafia pavimentale)

 

I materiali più utilizzati nell’antichità per la realizzazione dei mosaici sono i marmi, ma venivano utilizzati anche sassi, frammenti di conchiglie e madreperla. Diverse persone collaboravano alla preparazione e alla stesura di un mosaico.

I Romani distinguevano gli operai addetti alla preparazione dei materiali dagli artisti veri e propri:

  • il pictor imaginarius (pittore creativo) era colui che forniva il disegno o cartone.
  • il pictor parietarius (pittore murale) colui che lo adattava alla parete.
  • il musivarius (mosaicista) o il tessellarius gli esecutori effettivi del mosaico.